Ridurre le emissioni di CO2 con le pompe di calore senza costruire nuove centrali elettriche
Le pompe di calore lavorano senza produrre CO2. Questo, insieme alla ridotta percentuale di energia elettrica primaria necessaria, rende le pompe di calore la tecnologia di riscaldamento e raffreddamento attualmente più ecologica impiegabile universalmente ed economicamente sostenibile.
Ridotto consumo di energia elettrica grazie alla raddoppiata efficienza della pompa di calore
Le pompe di calore vengono prodotte e impiegate da circa 40 anni. Negli anni il principio di base del loro funzionamento non è cambiato. Ma la tecnologia ha fatto passi da gigante. Infatti, l’efficienza delle pompe di calore (valore COP), ovvero il rapporto tra la quantità di energia elettrica assorbita rispetto alla quantità prodotta, in questi anni è raddoppiato: rispetto ai modelli più vecchi, le pompe di calore di nuova generazione consumano molta meno energia elettrica per produrre le stesse quantità di calore. Di conseguenza, anche i valori COP minimi da dimostrare per l’ottenimento del marchio di qualità APP secondo lo standard dell’Associazione europea delle pompe di calore EHPA vengono costantemente adeguati verso l’alto, l’ultima volta all’inizio di quest’anno. Anche la Svizzera ha adottato questi valori minimi.
400‘000 pompe di calore senza costruire nuove centrali
L’Ufficio federale dell’energia tiene in grande considerazione le pompe di calore per il raggiungimento degli obiettivi energetici e di politica climatica: entro il 2020, infatti, mira a più che raddoppiare il numero di pompe di calore passando dalle attuali 180’000 a 400’000. Anche raggiungendo questi obiettivi ambiziosi si arriverebbe a consumare solo circa il 4% dell’intero consumo di corrente elettrica in Svizzera. Per un confronto: i calcoli hanno dimostrato che solo tenere in stand-by i nostri elettrodomestici oggi costituisce circa il 3,5% dell’intero consumo di corrente elettrica in Svizzera.
Riscaldamenti elettrici “classici” e impianti di riscaldamento per l’acqua sanitaria puramente elettrici costituiscono oggi circa il 10% dell’intero consumo di corrente elettrica in Svizzera. La sostituzione di questi dispositivi con pompe di calore riuscirebbe a ridurre il consumo di corrente elettrica per questo settore del 3-4%. Inoltre bisogna considerare che gli sviluppi hanno percorso molta strada per permettere alle pompe di calore di funzionare con il fotovoltaico affinché sia possibile produrre in loco e a costi accettabili la corrente elettrica necessaria al funzionamento della pompa di calore. Vale anche la pena ricordare che la percentuale di economie domestiche private costituisce solo il 35% dell’intero consumo di corrente elettrica in Svizzera. La parte decisamente maggiore è costituita da traffico, industria e commercio.
Le pompe di calore premettono una grande riduzione delle emissioni di CO2 senza aumento del consumo di corrente elettrica
Gli sforzi per la riduzione delle emissioni di CO2 in Svizzera non portano per forza a un aumento del consumo di corrente elettrica, anche se ciò viene suggerito da determinati ambienti. Già solo la sostituzione di riscaldamenti diretti e bollitori elettrici con delle pompe di calore, la sostituzione di comuni pompe di circolazione con pompe di ultima generazione con ridotti consumi di energia e la sostituzione delle comuni asciugatrici con asciugatrici a pompa di calore nell’impiantistica privata, permetterebbe di risparmiare tanta corrente elettrica che tutti i riscaldamenti che producono CO2 potrebbero essere sostituiti da pompe di calore senza problemi e senza aumentare il consumo di corrente elettrica. Se l’attuale potenziale di risparmio totale di energia nell’impiantistica privata venisse sfruttato, risulterebbe addirittura una riduzione dell’attuale consumo di corrente elettrica. Non saranno quindi necessarie ulteriori centrali elettriche per coprire il fabbisogno di energia elettrica delle sopra indicate, e ambite dall’UFE, 400’000 pompe di calore.
Fonti utilizzate: Ufficio federale per l’energia UFE; alpiq (immergenugstrom.ch); WWF Svizzera